Caiazzo. Via Caiatino, arrivano i pali della luce.
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 Ma molti preferiscono i lampioni pensili. Sono iniziati lungo l’antico decumano i lavori per sostituire l’attuale illuminazione con un nuovo impianto. Un progetto senz’altro lodevole e sollecitato da più parti soprattutto in seguito al clamoroso pateracchio risalente alla defenestrata amministrazione Sorbo e consistente nelle false “messe a terra†dell’attuale impianto. Cosa gravissima, per la quale pare sia intervenuta anche la magistratura, in quanto il collegamento a terra e quindi la dispersione di eventuali scariche, per evitare folgorazioni, era stata solo simulata intorno a dei nuovi paletti collocati lungo l’antico decumano infilando solo degli spezzoni di filo intorno alla loro base e trattenendoli con malta e cemento. Qualcuno l’ha definita una truffa, perpetrata mettendo a repentaglio la pubblica incolumità . Molto opportunamente l’amministrazione capeggiata dal sindaco Giaquinto si è attivata per eliminare anche tale grave situazione, ma è decisamente avversata dalla cittadinanza l’alternativa agli attuali lampioni pensili, pare imposta dalla Soprintendenza, consistente in pali da apporre lungo il già angusto corso, addossati alle facciate delle abitazioni. A farsi carico del dissenso popolare è stato per primo il capogruppo di minoranza Antonio Di Sorbo che, per mozione, ha sollevato il problema durante il recente Consiglio comunale, peraltro sfondando una porta aperta in quanto anche il sindaco si è dimostrato perplesso, spiegando che il problema consegue a espresse direttive della Soprintendenza, che non avrebbe lasciato alternative: per mettere mano all’impianto -fatiscente e, soprattutto, pericoloso- occorre rispettare le regole vigenti per i centri storici, cioè utilizzare lampioni antichi e non semplicemente antichizzati; installare i nuovi su pali affiancati alle abitazioni, ma che debbono partire da terra, o… lasciare tutto come si trova. Non è possibile, cioè, collocare le lanterne su pali fissati sulle abitazioni ad una certa altezza, sulla falsariga della situazione attuale. Messa di fronte al classico “bere o affogareâ€, la civica amministrazione non può che dar corso ai lavori nel pedissequo rispetto delle prescrizioni imposte dalla Soprintendenza, altrimenti il finanziamento già assicurato sarebbe perduto e, soprattutto, bisognerebbe avallare una situazione di pericolo pubblico che è assolutamente inaccettabile per una città del buon vivere. Giaquinto, peraltro, ha dimostrato coraggio da vendere, prospettando l’evenienza di sostituire l’antico basalto con una nuova pavimentazione, confacente alle prospettive di sviluppo cittadino.        Â