Caiazzo. Santo Stefano, processione affollatissima.
Deprecated: preg_replace(): The /e modifier is deprecated, use preg_replace_callback instead in /membri/teleradionews/wp-includes/formatting.php on line 82
E concelebrazione presieduta dal vescovo monsignor Pietro Farina per ricordare il ritrovamento delle sacre spoglie, avvenuto il 28 maggio 1512 su iniziativa del vescovo pro tempore Vincio Massa. È stata celebrata nel duomo lunedì 28 maggio, nel quattrocentonovantacinquesimo anniversario del primo ritrovamento del sarcofago contenente le spoglie di santo Stefano Menecillo, una grande festa liturgica con celebrazione officiata dal vescovo monsignor Pietro Farina e successiva processione fiaccolata con il busto del venerato patrono della città e antica diocesi di Caiazzo nonché compatrono della diocesi Alife - Caiazzo. Fino allo scorso anno la processione veniva organizzata il 21 maggio, nella convinzione che il ritrovamento del sarcofago ad opera del vescovo Vincio Maffa fosse avvenuto in tale giorno dell’anno 1512, ma in realtà , da un secondo ritrovamento, avvenuto per caso nei mesi scorsi, è venuta la prova che la data esatta fosse il 28, come ancora si può leggere sulla lapide posta a copertura dello stesso sarcofago. La storia ecclesiastica ci ricorda che il vescovo Stefano Minicillo (o Menecillo), originario di Macerata Campania, tornò alla casa del Padre il 29 ottobre 1039 e che le sue spoglie furono sepolte in profondità , vicino alle sorgenti sottostanti alla cattedrale, per evitare che potessero rubarle i maceratesi o gli stessi capuani che già all’epoca veneravano il vescovo di Caiazzo alla stregua di santo e in tal modo pensavano di potersi assicurare la celeste protezione. Invano i suoi successori cercarono per secoli il sarcofago per dare degna sepoltura alle spoglie del vescovo, intanto elevato alla gloria degli altari, finché, attratto da un forte profumo che si sprigionava dal sottosuolo del duomo, il vescovo Maffa pretese che si scavasse in profondità portando così alla luce il prezioso reperto. Pur essendo trascorsi quattrocentosettantatre anni, il corpo del vescovo era praticamente incorrotto ed anche ciò contribuì ad accrescerne la fama di prodigioso santo. Intanto le spoglie furono trasferite nell’urna che tuttora le custodisce, sotto l’altare della cappella dedicata al santo, mentre il sarcofago fu collocato all’ingresso della chiesa, a livello del pavimento, in modo che la lapide fosse esposta alla devozione dei fedeli. Con incredibile superficialità , negli ultimi anni trenta l’antica pavimentazione in cotto fu sostituita da quella attuale marmorea, che ricoprì lo stesso sarcofago, grazie al Cielo e ad una mera casualità riportato alla luce (ma non scoperto!) nei mesi scorsi.Tale fortuita circostanza ha indubbiamente contribuito a incrementare la devozione per santo Stefano, il cui simulacro lunedì è stato condotto in processione per le vie caiatine secondo il tradizionale percorso e con una tappa aggiuntiva fino all’ulivo preso il quale, in via Madonna delle Grazie, oltre mille anni fa, il santo amava soffermarsi in meditazione e che ancora oggi germoglia. Non è anche questo un prodigio?Â