Alife. Ginocchio: raid vandalico notturno. La condanna di Agnese Ginocchio.
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Dalla cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato: ”Che il male esista e si peptetri di notte non abbiamo alcun dubbio. Nei giorni in cui si fa memoria, anziché fermarsi a riflettere sulle stragi causate delle atrocità , dall’odio e della violenza, ci si fa beffa della memoria e si medita un vero piano di vandalismo da microcriminalità organizzata. Questo è accaduto ad Alife, nell’alto casertano. Vandali muniti di coltelli hanno dato luogo a un vero e proprio raid notturno tagliando le gomme delle auto in sosta lungo le vie Iafusco, Castello, in piazza Santa Caterina, piazza Vescovado ed altre del centro storicoâ€. La telefonata di un’amica arriva verso l’ora di pranzo a casa di Agnese Ginocchio, per chiedere alla stessa se anche la sua auto fosse stata vittima del raid. La Ginocchio, che per puro caso la notte precedente aveva parcheggiato non al solito posto, incredula, prova un forte senso di indignazione ed esclama: “Sono appena tornata dalla messa e del raid di questa notte non s’è udito il minimo accento. Durante l’omelia di tutto si è parlato tranne che di un fatto così grave, sono sconcertataâ€. La persona amica al telefono continua di getto: “É stata una vera strage di auto. Noi vittime di questo raid abbiamo esposto denuncia contro ignoti presso la caserma dei carabinieri ma pare che qui nessuno parli per paura, ti prego: tu che sei sempre schierata dalla parte della gente bisognosa, fai qualcosa”. Terminata la telefonata, la benemerita Agnese, donna di Pace, meritevole di molteplici titoli e riconoscimenti per il suo impegno a favore delle cause sociali, nonché di Pace, non perde tempo, si mette subito in azione, segnalando quanto accaduto presso la nostra redazione e alla redazione dell’amico giornalista Gianni Gosta, portavoce della stampa casertana. “Esprimo grave condanna ai vandali di questo raid -riferisce la Ginocchio al giornalista- ma nel contempo lamento assenteismo da parte delle istituzioni e non è la prima volta che lo dico. Qui nelle zone di periferia c’è molta indifferenza, in particolare verso i giovani. Non ci sono spazi sociali di aggregazione, dove sviluppare la propria creatività , mettere in pratica piani strategici, svolgere liberamente comunità , parlare, crescere ed affrontare insieme i problemi che assillano il territorio. Quando accadono queste cose la colpa non è mai di uno solo ma di tutti, indistintamente. La violenza attira altra violenza. Questi fenomeni di microcriminalità sempre più in aumento dimostrano la difficoltà e il disagio sociale che provano in particolare i giovani di fronte al poco interesse ed alla totale indifferenza da parte di certe istituzioni, chiuse sempre più nella loro gerarchia e cerchia di amici, dove ognuno ha già assegnato il posto e guai a chi prova a toccarlo! Allora si prova dentro amarezza, vuoto, solitudine, rabbia. Alla fine si esplode mettendo in pratica azioni negative. La realtà che si nasconde spesso dietro questo genere di fenomeni in continuo aumento è quella di cercare di attirare l’attenzione. Sono tempi in cui bisogna fare un salto di qualità , un cambio di rotta. Basta con i soliti discorsi di parte che servono solo a disperdere inutili energie. La fede si dimostra con le opere e con lo stare in mezzo, dalla parte della gente. Ci vogliono fatti e azioni. Non basta rendere bello l’aspetto estetico della città o del tempio, la prima cosa da fare è non trascurare i bisogni e le necessità della popolazione. Se ognuno non si assume in prima persona la responsabilità delle proprie azioni, si andrà di male in peggio. É necessario rendere coscienti le giovani generazioni sin da piccole, educarle al sacrificio e alla sobrietà , ma per farlo è necessario che gli adulti, i cosiddetti educatori, a loro volta si aprano e comincino loro per primi a rendersi coscienti verso tali realtà . Altrimenti si correrà il rischio di mettere al mondo altri potenziali e futuri uomini depressi, terroristi, maniaci e pazzi. Basta con il finto quieto vivere. Qui non è una campana di vetro. Abbiamo la prova dai tanti segnali di emergenza che ci circondano. I fatti degli altri sono anche fatti nostri. Impariamo a non tacere ma a parlare. É tempo di svegliare i sensi addormentati prima che sia troppo tardi e non abbiamo più il tempo per farlo! Quello che capita, purtroppo, è sintomo di una società in degrado, malata di valori, ideali e priva di giusto orientamento. Assumiamoci le nostre responsabilità , scendiamo dalle comode poltrone per rimboccarci le maniche e lavorare così per il cambiamento e la Pace, che significa difesa della Giustizia, della Legalità e dei diritti di ogni uomo”.Â