Caiazzo. Nicola Santacroce replica a Franco De Simone.
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Sulla controversia relativa alla citazione del vicolo “De Simone” nella nuova fatica letteraria di Nicola Santacroce, dall’autore riceviamo e pubblichiamo la seguente nota: ”Caro Franco, eccomi pronto a risponderti come richiesto da tua moglie. Consentimi, innanzitutto, di rilevare che potevi trovare un altro modo per contraddire quanto da me riportato nel libro, circa la tua parentela diretta con Laura de Simone. Mi spiego. Chiedere la parola prima del mio intervento conclusivo della serata è stato poco signorile, sia nei miei confronti, come a voler affermare che quanto sarei andato a riferire era già smentito da te a priori, sia per i relatori, soprattutto per l’Ascione, invitata per la prima volta a Caiazzo. La dottoressa Imma Ascione è tra i primi intellettuali napoletani, se non del Mezzogiorno. Puoi immaginare quanto potesse essere interessata al contenuto della tua lettera che disquisisce non sui contenuti ma più semplicemente su una discussa parentela. Nessuno vi avrebbe contestato il diritto a parlare ma non interrompendo la scaletta degli interventi. Tu che sei fondatore e presidente di associazione culturale sai benissimo che per intervenire ci si iscrive a parlare o a chiedere la parola a conclusione dei lavori. Prima di trattare i rapporti di parentela con Laura de Simone tengo a precisare, per quanto attiene il giureconsulto Nicola de Simone ed il vicolo a lui dedicato, che la storia si ricava dai documenti ma non quelli scritti dai familiari e dagli amici di famiglia. Quando intrapresi la ricerca su Laura de Simone non intendevo assolutamente farti un dispetto. Dico questo perché da parte vostra ho notato una forte indignazione, quasi come se il mio fosse stato un atto premeditato a ridimensionare la storia della famiglia de Simone. Niente di tutto questo! Mi è facile rispondere alla tua lettera, in quanto sei stato tu stesso a fornirmi gli argomenti sufficienti a confutare la pretesa discendenza da Laura de Simone. Affermi che la vostra famiglia discende da Francesco, fratello di Felice che è antenato di Laura Cornelia, maritatasi con Giovanni de Simone di Formicola, nonni -a loro volta- di Laura de Simone, la biografata. In questi passaggi genealogici abbiamo due estinzioni: una prima volta con i figli di Ottavio e Giovanna Mirto e una seconda volta, appunto, con i figli di Nicola e Candida Forgione (vedi tavola a pagina 73). Tuttavia, a pagina 14 del mio libro non ho escluso che tra Giovanni de Simone di Formicola e Laura Cornelia de Simone di Caiazzo potesse esserci una lontana parentela. Come vedi da parte mia non c’è alcun pregiudizio. Se questa è la realtà dei fatti, a quanto sembra condivisa da entrambi, come puoi non nutrire, almeno, il dubbio che Laura de Simone sia una tua diretta antenata, al punto di definirla «prozia»? Quando per «prozio» si deve intendere «lo zio del padre o della madre, rispetto al pronipote». Ti ricordo, qualora avessi perso la cognizione del tempo, che stiamo parlando di una persona vissuta tra il 1721 e il 1805. Il codice civile, che tu ben conosci, calcola la parentela fino al 6° grado, con la nota formula “tot gradus quot personas dempto stipite”. Applicando questo criterio, sulla base di una genealogia completa ed esatta, non sfioreremmo neppure Laura Cornelia de Simone. Per poter definire Laura de Simone tua diretta antenata, il Francesco che indichi come capostipite del vostro ramo avrebbe dovuto essere o uno stretto congiunto di Laura Cornelia o del giureconsulto Nicola o di Laura de Simone.
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L’equivoco nasce perché il marito di Laura Cornelia, Giovanni de Simone, era un suo omonimo. Se avesse avuto un diverso cognome, appartenendo ad altro casato, oggi non staremmo a discutere di parentela. Capobianco sottopose le bozze ai tuoi perché riportava le loro interviste, allo scopo di assicurarsi l’esattezza di quanto trascritto; viceversa io non avevo motivo di passarti le mie bozze perché il libro non riguarda questioni dirette. Non nego, ma non lo ricordo, di averti segnalato Giuseppe de Simone (fratello maggiore di Laura) come tuo antenato, evidentemente a quell’epoca non avevo ancora accertato la provenienza formicolana di Giovanni de Simone, peraltro già riportata nelle memorie di tuo zio Stefano, redatte nel 1983, ma da me conosciute certamente dopo il 1987, ai mio rientro dopo undici anni di permanenza a Torino. In proposito ti ricordo che a più riprese ho attinto notizie da Gente de Simone nei secoli, grazie alla tua amichevole disponibilità, per cui, semmai da parte mia ci sia qualche errore, bisogna correggere prima il lavoro di Stefano de Simone e poi quello di Nicola Santacroce. Se ci tieni tanto ad essere discendente diretto di Nicola de Simone e di Laura de Simone pensala come vuoi; più che avvertirti del contrario non posso. Anche io ti saluto con immutata amicizia.