CAIAZZO. INDUMENTI, RACCOLTA SOSPETTA. Una signora assicura: dalla sarcitura ho riconosciuto un mio abito al mercato di Casagiove.
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Ad opera di una fantomatica Croce (volontari di pronto soccorso) pugliese, con cellulare muto. Indumenti, raccolta sospetta. La denuncia viene da una signora del caiatino che ha riconosciuto un abito al mercato di Casagiove: “Mi rivolgo alla stampa perché non vorrei che altri facessero il mio stesso errore, ma anche per invocare indagini su una strana circostanza: lunedì sono andata al mercato di Casagiove e mentre rovistavo fra gli indumenti ammucchiati su una bancarella mi è balzato all’occhio un tailleur che ero certa di conoscere: stessa marca, misura e colore del mio o meglio di un abito seminuovo che tempo addietro avevo offerto in beneficenza insieme ad altri indumenti. Mio marito mi aveva quasi convinto che si trattasse di una strana coincidenza quando proprio lui si è ricordato di un particolare che avrebbe dovuto fugare ogni dubbio: trattandosi di un capo d’abbigliamento piuttosto costoso, poiché si era leggermente strappato nel muovermi in macchina, lo portai presso una sartoria dove fecero una sarcitura quasi perfetta. Lo strappo sembrava scomparso, tanto che le mie amiche non si accorgevano della sarcitura, ma io che conoscevo il posto riuscivo a individuare il rammendo. Ebbene, proprio quel rammendo convinse mio marito che si fosse esattamente il mio tailleur. Chiedemmo spiegazioni al venditore che ci assicurò di avere acquistato l’intero lotto a Resina, come tanti altri; vista la situazione avrebbe voluto darmi l’abito a metà prezzo ma ovviamente a me non interessava; piuttosto il problema è un altro: ultimamente ho rivisto per la strada ed accanto a diversi portoni gli stessi volantini che pubblicizzano la raccolta (non solo indumenti) fatta da una fantomatica croce (associazione volontari Pronto Soccorso e pubblica assistenza) la cui sede, da una minuscola scritta, risulta essere in Puglia. Stranamente però è riportato un solo numero di telefono cellulare (338/6138***) che mio marito ha provato a fare più volte ma non ha risposto mai nessuno. Legittimo a tal punto dubitare? Quale interesse può avere una società pugliese a raccogliere indumenti a centinaia di chilometri di distanza? Quanto costa il trasporto e chi lo paga? Perché i presunti volontari di pronto soccorso e pubblica aassistenza non fanno né l’uno né l’altro? Chi autorizza tali raccolte periodiche e quali controlli risultano effettuati? Giovedì prossimo è previsto un altro ritiro di indumenti: perché non approfittarne per fare un controllo?Â