Presidente “pentito”? meglio tardi che mai.
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Scusate, ci siamo sbagliati. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ex comunista, ex migliorista, ammette di aver toppato la propria analisi sulla situazione politica internazionale? In particolare, di avere, preso dal fervore ideologico e dalla fedeltà militante al partito, sostenuto le ragioni dell’Unione Sovietica ai tempi della rivolta in Ungheria del 1956. Si scagliò contro il compagno di partito Antonio Giolitti, sostenendo che i ribelli magiari erano dei provocatori. Dei rompiscatole che mettevano i bastoni fra le ruote all’Urss che cercava di traghettare l’umanità verso un radioso avvenire. Certo, Napolitano ha smentito quelle affermazioni con la propria storia. Faceva parte della “destra†del Pci. Ha sempre contrastato le velleità sovietizzanti e le mire espansionistiche del Politburo. Sarebbe sbagliato oggi scaricare la croce addosso al Presidente per quell’errore di gioventù (per quanto fortemente cercato ed espressione di una mentalità diffusa nel Partito). Guardiamo, però, che succede con Gunther Grass. Il quale -forse a scopo pubblicitario- confessa di aver fatto parte delle SS. Si è scatenato il putiferio. Chi voleva togliergli il Nobel, chi gli dava del nazista: la fiera del politicamente corretto. Il nostro Paese è ancora vittima di un enorme pregiudizio: nazisti e fascisti sono la stessa cosa, il male assoluto. I comunisti avranno anche sbagliato i modi, ma siamo comprensivi: alla fine volevano migliorare il mondo. Bravi, applausi per Napolitano che dice di essersi sbagliato, senza scuse. E Gunther Grass vada all’inferno…Â