Gallo Matese. Comune sul lastrico, tacciono i controllori?
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Gallo Matese. Comune sul lastrico, tacciono i controllori? Riceviamo e pubblichiamo: È stato pubblicato di recente da parte del Ministero dell’Interno il prospetto delle spettanze dei contributi dovuti agli enti locali per il corrente anno 2010; un’analisi approfondita della gestione finanziaria del Comune di Gallo Matese, basata sui dati contabili, non può che destare preoccupazione per i cittadini del piccolo comune montano. Il complesso dei trasferimenti da parte dello Stato a vantaggio del paese amministrato dalla giunta Confreda mostra un andamento decrescente ormai da anni: € 361.692,97 per l’anno 2008, € 351.761,04 per l’anno 2009 e soli € 338.385,99 per l’annualità corrente (circa 23.000 € in soli due anni). La stretta sui trasferimenti ha interessato ed interesserà grossomodo tutte le voci del bilancio: il contributo ordinario, il contributo consolidato, il contributo perequativo fiscalità locale nonché il contributo per lo sviluppo degli investimenti. Sul punto, in realtà , poco o nulla, se non aderire alle vibranti proteste dell’A.n.c.i., avrebbe potuto fare l’Amministrazione Comunale. A preoccupare ulteriormente, ed in ciò può ravvisarsi una precisa responsabilità dell’Amministrazione nella programmazione della spesa, è la gestione dei debiti contratti nel corso degli ultimi anni, la maggior parte dei quali fonte di mutuo con l’istituto Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.; limitandosi alla sola analisi dei bilanci preventivi approvati dal Consiglio Comunale, alla voce “assunzione di mutui e prestiti†si nota un massiccio ricorso ai mutui proprio negli anni di governo Confreda: € 1.903.757 per l’anno 2004, € 662.517 per l’anno 2005, € 2.376.550 per l’anno 2006, € 1.553.000 per l’anno 2007 e, dopo una frenata del 2008 (soli € 110.000), € 580.491 per l’anno 2009. In prima battuta può osservarsi che i famosi “finanziamenti†procacciati di persona col lanternino dal sindaco presso gli uffici regionali non devono essere stati così cospicui, se l’ente ha dovuto fare un ricorso così massiccio alla contrazione di mutui con la Cassa DD.PP. La possibilità di ricorrere ai mutui, a tasso agevolato, da parte dei Comuni per la costruzione di infrastrutture è divenuta la modalità consueta di finanziamenti dei lavori pubblici, cionondimeno tale modalità andrebbe gestita con maggiore parsimonia, con un occhio alla tutela di chi, amministratore o cittadino, subentrerà alla maggioranza attuale trovandosi sul groppone una massa passiva abbastanza consistente. Le rate dei mutui che si sono accatastate nel corso degli anni, infatti, pesano notevolmente sui bilanci annuali, sottraendo liquidità alle casse già disagiate del piccolo comune: per il solo anno 2009, infatti, nel certificato preventivo del bilancio approvato (poi annullato in autotutela e poi riapprovato) l’ufficio finanziario comunale ha indicato in € 196.572 le spese per rimborso dei prestiti, ciò significando che se le entrate del comune derivassero solo dai trasferimenti statali esse sarebbero assorbite per oltre il 55% dal ristoro dei debiti. La situazione già di per sé preoccupante, si fa ancora più seria se si esamina con attenzione il bilancio di previsione per l’anno 2009 approvato dal tandem Confreda – Russo: già nell’equilibrio finale tra entrate finali previste (avanzo + titoli I – II – III – IV) e spese finali (disavanzo + titoli I – II) ci si accorge di un saldo netto “da finanziare†di € 383.919,00 (leggasi debito); il preventivo attesta (quadro 6 bis – piano di alienazione e valorizzazioni immobiliari), inoltre, di avere in dote n. 341 terreni, per un totale di € 1.034.648,00, che avrebbero potuto porre rimedio agli sbilanci accumulatisi. In realtà , se tra tali terreni sono inseriti i terreni ex E.C.A. posti in vendita più volte nello scorso anno da parte del Comune, per complessivi € 910.905,26 a base d’asta, è evidente che tale vena di finanziamento si è letteralmente “volatilizzataâ€, poiché pochi o nessuno dei 269 terreni messi a bando è stato concretamente venduto. Ciò significa che il saldo netto da finanziare è ben peggiore di quello scritto su carta. Dalle altre misure di finanziamento previste dal Comune (“valorizzazione†del boschi, centrali eoliche ed altre fiabe raccontate nel corso degli anni) ancora non ci sono effetti positivi o, almeno, non si vedono con effetti concreti per i cittadini (sperando che non tali effetti non siano a vantaggio di altri). Non dimentichiamo, inoltre, il contenzioso con la società Idroeco per la gestione dei depuratori (sulla quale si è detto di tutto e di più: consigli comunali, denunce, indagini e perquisizioni dei carabinieri…), che se vedesse prevalere le ragioni della ditta costerebbe al Comune altri 150.000,00 € circa. D’altronde, gli effetti del dissesto sono palesi: in bilico il pagamento degli stipendi ai dipendenti, nemmeno lo sgombero della neve e del gelo o dell’acquisto di sale viene portato avanti, professionisti che chiedono il pagamento di parcelle arretrate ormai all’ordine del giorno, vendita spasmodica (preoccupante, ad essere scaramantici) dei loculi cimiteriali. Ma in tutto questo, la maggioranza consiliare di Vitulazio, che un domani non subirà danni da un eventuale dissesto, che fa? I superstiti indigeni della maggioranza, primi fra tutti il vicesindaco ed il consigliere Assalone (entrambi assessori nella precedente consiliatura), continuano a nascondersi in una malcelata e non più accettabile presunzione di innocenza dovuta alla ignoranza (si badi bene, intesa come situazione di chi non conosce, senza intento offensivo)? Viene da chiedersi: uffici finanziari, segretari comunali, revisore dei conti, prefetto, corte dei conti, guardia di finanza, politici locali e nazionali, che di tutto questo sono ben al cosciente, dove sono stati nel corso di questi anni e soprattutto, dove sono ora? (Comunicato)