Giustizia, Medini, “prigionieri politico”, assolto dal giudice di pace di San Vito al Tagliamento.
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Il Giudice di Pace di San Vito al Tagliamento di Pordenone dottoressa Flora Bianchi ha assolto Michele Medini dall’accusa di aver vergato alcune scritte murali su alcune abitazioni del borgo di Valvasone. I querelanti (Francescutti Amalia, il Sindaco di Valvasone Maurizio Bellot e la filiale della Banca Popolare Friuladria) hanno infatti ritirato spontaneamente la querela sporta. Medini, presente al procedimento, ha ringraziato i suoi compaesani per aver ritirato la querela e ha depositato un lungo memoriale con cui depreca i modi di indagine del tribunale di Pordenone dichiarandosi prigioniero politico a causa della sua militanza padana a favore della costituzione di Liberi Territori del Friuli e della sua battaglia contro la usurocrazia internazionale bancaria. Medini è ancora recluso in carcere dal gennio scorso perchè trovato in possesso di una bombola di gas vuota e inoffensiva, come accertato dalla stessa procura di Pordenone attraverso il tecnico dei Vigili del Fuoco ingegner Furlan: il GIP del tribunale di Pordenone dottoressa Patrizia Botteri, iscritta a “magistratura democratica”, contro lo stesso parere del PM dottoressa Bartolucci, ritiene che con tale bombola vuota Medini stesse per far saltare in aria la Banca Unicredit di Valvasone (seconddo il suo difensore avvocatto Longo “probabilente in virtù di poteri magici” e lo trattiene in carcere da circa sei mesi con l’accusa di ‘porto di armi esplodenti ‘ (secondo lo stesso difensore una bombola vuota che non poteva esplodere) e di ‘tentato disastro’ (che il difemsore definisce “impossibile perchè l’ingegnere Furlan ha escluso che la bombola vuota potesse cagionare danni a chicchessia e tanto meno esplodere. Medini, nel suo memoriale, si è confermato prigioniero politico.