Sott’occhio il nuovo governo.
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Dall’Associazione “Società Aperta” riceviamo e pubblichiamo: “Occhi puntati sul nuovo governo anche questa settimana. L’apertura al dialogo di Berlusconi e l’apparente disponibilità del Pd al confronto con la maggioranza, se da una parte rappresentano il segnale di un clima equilibrato in Parlamento, almeno in questa primissima fase legislativa, dall’altra non devono tirare in inganno. Resta poi da vedere in cosa si concretizzerà questo inedito “appeasement†tra il Cavaliere e Veltroni. Da una parte infatti i problemi sul tavolo sono di drammatica urgenza (Napoli, Alitalia, rilancio dell’economia). Dall’altra, se si arrivasse a una “grosse koalition†più o meno mascherata, si porrebbe ancora una volta un problema di correttezza nei confronti degli elettori. L’idea delle “larghe intese†era stata infatti più e più volte smentita in campagna elettorale. Riproporla adesso sotto mentite spoglie sarebbe una scelta simmetrica – e ugualmente scorretta - rispetto a quella del 2006: allora vi fu pareggio e Prodi si intestò la vittoria. Oggi, con uno dei risultati più netti del Dopoguerra, se la maggioranza cerca l’appeasement non vi può non essere il sospetto di una tattica per condividere – o scaricare - la responsabilità di scelte complesse. Come sottolinea Davide Giacalone, il bon ton parlamentare di questi giorni non è detto infatti che duri. “Il bel clima, sempre che sia serio, vive in questo spazio, per il dopo nessuno garantisceâ€. Insomma, dopo tante chiacchiere è arrivato il momento di passare ai fatti. “Adesso tocca al governo ombra e a quello vero vincere una sfida culturale, dimostrare di aver cambiato pagina e sperare che l’opinione pubblica capisca che il confronto non vuol dire necessariamente scontroâ€, sottolinea Elio Di Caprio. Ma al di là del dialogo politico, ciò che in questo momento più interessa all’opinione pubblica è la politica economica. Le aspettative degli italiani sono molto alte. Si attende la soluzione di numerosi problemi. E il governo ha il dovere di intervenire subito e con coraggio. “Perché lo specifico italiano si chiama declinoâ€, rileva Enrico Cisnetto. “Cioè il risultato di decenni di non-decisioni che hanno portato ad un accumulo di ritardi terrificanti. Non ci sono solo i cumuli di immondizia napoletana, ci sono questi cumuli di nodi accatastati che sono ancora più duri da sciogliereâ€. Certo, Berlusconi non ha perso tempo ad annunciare che tra i primi provvedimenti da approvare ci saranno l’abolizione dell’Ici e la detassazione degli straordinari. Ma, nonostante questo, dietro ai discorsi del governo non sembra esserci un disegno strategico forte, sottolinea Enrico Cisnetto. E “quale sarà la cifra della politica economica che il Governo neo-fiduciato adotterà , non è ancora dato sapere. Non lo ha chiarito la campagna elettorale, dove si è indugiato come al solito a promesse le più varie. Né tantomeno lo si è capito dal discorso programmatico del presidente del Consiglioâ€. Lunedì scorso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a 60 anni dalla elezione di Luigi Einaudi a Capo dello Stato, ha ricordato la vocazione e la storia personale di colui che per primo plasmò questa istituzione. Einaudi fu un grande studioso e un acuto politico. Un modello per la politica e l’economia di oggi. Commenta Angelo De Mattia: “E pur in un mondo che Einaudi oggi stenterebbe a riconoscere, segnato da passaggi d’epoca, a quei sentimenti di austerità , che non furono mai pauperismo, non sarebbe male che la politica, la società e l’economia in qualche modo si ispirasseroâ€. Si segnala infine l’aggiornamento al blog Politicamente scorretto di Davide Giacalone. (Notizie di Società Aperta; per ulteriori informazioni, consultare il sito www.societa-aperta.org o scrivere all’indirizzo: segreteria@societa-aperta.org)