Caiazzo. Emergenza sanitaria al Comune.
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Caiazzo. Emergenza sanitaria al Comune. Funzionaria viene meno durante l’ennesima discussione con la segretaria per il mancato riconoscimento di uno scatto di carriera concesso a tutti gli altri colleghi, tranne un vigile che ne aveva già beneficiato. Ancora una volta, nella mattinata di giovedì, la dottoressa Angelina Ferraiuolo -una delle poche laureate “storiche†dell’organico comunale, peraltro con specializzazione in psicologia e pedagogia- ha dovuto fare ricorso alle cure del servizio di emergenza sanitaria territoriale a causa di un malore verificatosi all’improvviso, a quanto pare mentre discuteva animatamente sempre per quel livello. La donna che, suo malgrado, già l’altro giorno si è trovata al centro dell’attenzione a causa di un’animata discussione per lo stesso motivo, avrebbe perso improvvisamente i sensi mentre ribadiva per l’ennesima volta le proprie ragioni, discordanti però in toto con quelle della segretaria e della delegazione trattante comunale, che all’unanimità aveva deciso di escludere la funzionaria dal benefico, sia pure temporaneamente. Con riserva di accontentare il prossimo anno non solo la dottoressa, ma anche il maresciallo dei vigili Francesco Perillo, che, peraltro, da qualche anno, aveva già beneficiato di uno scatto per cui si trovava in una posizione ritenuta anomala perché superiore rispetto al suo stesso comandante, al quale attualmente è stato equiparato. In effetti pare che l’amministrazione abbia fatto il possibile per accontentare la funzionaria, proponendole anche il beneficio immediato, se contestuale al pre pensionamento, addirittura con decorrenza retroattiva di un anno rispetto agli altri colleghi, non essendo stato possibile ottenere dal preposto una valutazione positiva, indispensabile per ottenere l’avanzamento di carriera, a causa della lunga assenza dal lavoro, conseguita a degenza per uno strano infortunio verificatosi l’autunno scorso, allorché la donna pare sia stata colpita al capo dall’imposta di una finestra dell’ufficio, e da un ancor più strano ricovero e conseguente lavanda gastrica, per quant’è dato sapere, dopo aver ingerito del liquido velenoso nella convinzione di bere acqua potabile dalla bottiglia che aveva lasciato sulla scrivania del suo stesso ufficio. È andata meglio stavolta, in quanto, grazie alle cure degli operatori del 118, gradualmente la dottoressa si è ripresa anche se, per motivi precauzionali, poco dopo ha dovuto abbandonare il lavoro al quale si dimostra fin troppo attaccata.