Caiazzo, condannate le intemperanze degli indigenti, ma: a quando le graduatorie?
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E perché togliere agli indigenti le decine di milioni spesi per l’assistente sociale?
Condanna unanime per gli atti d’intemperanza ai quali si sarebbe lasciato andare l’altro giorno nei confronti di alcuni preposti comunali un attempato indigente preso dalla disperazione in seguito all’ennesimo diniego del sussidio, a quanto si vocifera dovuto per il reddito di cittadinanza relativo all’anno 2004, ma non ancora erogabile per mancata pubblicazione della graduatoria definitiva da parte della società Sviluppo Italia. Sotto accusa, però, finisce seriamente anche il carrozzone regionale voluto dalla giunta Bassolino e tenuto alla definizione di una problematica, a quanto pare, arenatasi nei meandri della burocrazia dal 2004, in seguito alla soppressione del reddito minimo d’inserimento da parte del governo centrale. È incredibile, infatti, che degli indigenti possano essere indotti a commettere gesti estremi in mancanza di un sussidio mentre le somme spettanti agli stessi giacciono chissà dove in attesa che i preposti si decidano a chiudere un vergognoso capitolo sul quale stranamente nessuno avrà ritenuto opportuno di aprire un’inchiesta. Problema poco diverso per quanto riguarda il Contrasto alla povertà , per cui ugualmente gli indigenti attendono da mesi la pubblicazione di una graduatoria, a quanto pare inizialmente rinviata per un errore di valutazione dei preposti, che nel bando iniziale avrebbero erroneamente indicato il reddito di riferimento Isee (5000 anziché 5020 Euro annui), costringendo i preposti a ripetere l’intera procedura. In tale contesto la giunta comunale caiatina ha deciso di rivedere le fasce di reddito per non essere costretta a escludere numerosi indigenti anche se ovviamente in tal modo l’assegno mensile sarebbe stato inferiore per tutti. Una decisione coraggiosa e finalizzata ad accontentare il maggior numero possibile di famiglie indigenti, ma a quanto pare contestata da alcune forze politiche di sinistra. Ciò avrebbe indotto i preposti comunali a sospendere il tutto per una più serena valutazione ma il fattaccio dell’altro giorno ammonisce che mentre il medico pensa il malato può anche morire. Se è vero che l’indigente preso dalla disperazione si è beccato una denuncia da parte dell’assistente sociale, altri indigenti vorrebbero sapere perché il Comune non ha ancora rescisso un incarico esterno tanto costoso quanto chiacchierato allorché fu istituito dalla precedente amministrazione, mentre si potrebbe ricorrere all’assistente sociale dell’Asl, come fanno in tanti altri Comuni, come Piana di Monte Verna, risparmiando diverse decine di milioni annui con i quali si potrebbero soddisfare almeno parzialmente le esigenze di tante famiglie indigenti.