Caiazzo. Lunedì i funerali di Concetta Della Valle.
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Alle ore 16,30 nella chiesa di San Giovanni e Paolo. Dopo l’autopsia disposta dagli inquirenti spunta il giallo del telefono di casa guasto, pare da anni: tardivi i soccorsi? Intanto i piromani possono riprendere indisturbati l’attività : pericolo passato? Avrà tutto il tempo di smascellarsi con le gag di Pippo Franco, eccitasi con le discinte ballerine del Bagaglino e divertirsi con le ultime serate del Festival Jovinelli, la comunità caiatina, prima di inforcare gli occhiali scuri ed imbronciare il volto, palese segno di cordoglio, lunedì pomeriggio, per le esequie di Concetta Della Valle. La novantaseienne che ha tirato le cuoia dopo atroci sofferenze che hanno preceduto il coma farmaceutico, anticamera della morte per molti credenti poco diversa dall’eutanasia, nemmeno post mortem disturberà i signori in doppiopetto, giacca e cravatta, molti dei quali neanche sapevano che esistesse. Come se ci fosse stato un tacito accordo, ovviamente neanche immaginabile, le esequie sono state programmate per lunedì, alle ore 16:30, nella chiesa di san Giovanni e Paolo e da lì diritto al cimitero. Non passerà più per il centro caiatino, quindi, la vecchia bruciata dal fuoco che lunedì scorso cercò di spegnere con un catino per evitare la distruzione dell’oliveto. Ci sarà passata una volta all’anno nella vita, soprattutto da quando fu trasferito in via Latina l’ufficio postale che “zia†Concetta riteneva una sorta di sportello fac totum; l’ultima volta, a quanto riferito, fu notata mentre chiedeva informazioni ad un impiegato che le spiegò cosa fosse quella carta che aveva portato il postino: la bolletta telefonica, un canone che bisognava pagare ogni due mesi, altrimenti… zac. Difatti la sua linea era inattiva da mesi, ma pare che la donna neppure lo sapesse in quanto, secondo indiscrezioni, le avevano fatto mettere il telefono per aspettare una chiamata del figlio morto. Imparata la lezione, la donna pagò subito la bolletta, come tutte le successive, tuttavia, sempre secondo indiscrezioni, la linea è tuttora disattiva. Poteva zia Concetta, nella sua semplicità , formare il 187 e, dopo un estenuante bla bla, digitare una sequenza numerica che postula quasi una laurea in legge? Ma: se il telefono era guasto, da dove -e soprattutto quando- sono stati allertati i soccorsi, mentre il suo corpo continuava a bruciare, divorato dalle fiamme appiccate dal criminale che probabilmente, passata la bufera, ancora una volta la farà franca? Radio fante assicura che la prima telefonata al 118 e quelle successive ai Pompieri ed ai Carabinieri sono partite quando l’incendio divampava da oltre un’ora da una casa privata di San Giovanni e Paolo, distante alcuni chilometri dal rogo, dove si era precipitato farfugliando il figlio Albino dopo essersi reso conto che era inutile trascinare più in là il corpo straziato della malcapitata, ormai circondato (ma non ancora divorato?) dalle fiamme. Ciò lascerebbe intendere l’ostinazione degli inquirenti nel disporre l’esame autoptico, che pare abbia confermato, nonostante il tempestivo intervento degli addetti, che la disgraziata non sia stata soccorsa tempestivamente, restando a bruciare, soffrire e meritare un posto privilegiato in paradiso. E su questa terra, bruciata dall’indifferenza umana prima che dai priomani, dopo qualche (inutile?) punzecchiatura giornalistica, lutto cittadino annunciato per lunedì dal sindaco Stefano Giaquinto. Ora devo scappare: arriva Pippo Franco.Â