Castel Campagnano. Trionfo del dottore Giuseppe Di Sorbo.
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Sindaco con un distacco di oltre duecento voti sul diretto concorrente, Scipione De Leone, ugualmente della frazione Squille. Un divario senza precedenti nella storia del piccolo Comune in cui, come forse pochi sanno, ha mosso i primi passi il sistema elettorale maggioritario atteso sono state presentate sempre due liste contrapposte: una del capoluogo ed una della frazione Squille. Che stavolta ha letteralmente sbaragliato la concorrenza: prima riuscendo a piazzare due uomini della frazione ai vertici di ambo gli schieramenti, poi catapultando sulla poltrona più ambita il leader della lista contrapposta all’uscente raggruppamento, tuttora sostenuta dall’ex sindaco Nicola Campagnano. Che comunque risulta il più votato, anche se ha rischiato di non raggiungere neanche i cento suffragi, di cui circa un quarto conseguiti nella frazione: segno evidente, per un sindaco uscente, della popolare sfiducia. A nulla è valso strappare alla concorrenza sul filo del rasoio Osvaldo De Rosa, benservito dagli elettori con circa venti voti, di cui nessuno nella frazione. Nonostante la clamorosa débacle, riescono a riconquistare uno scanno, sia pure in minoranza, Domenico Castaldo, Stefano Campagnano, Giovanni Mancini e soprattutto Gennaro Marcuccio, sempre che, come in serata si vociferava, da un ricontrollo dei voti non debba emergere un vantaggio rispetto ai primi due di Federico Varrecchia. La differenza potrebbe farla il seggio speciale allestito presso il centro per disabili Oasi, le cui risultanze a tarda sera erano ancora incerte. Strada spianata invece per Giuseppe Di Sorbo, che ha cominciato a crederci allorché, durante gli scrutini, i due principali antagonisti si sono defilati, tirando la volata agli altri candidati in ritirata, mentre i suoi fans non hanno saputo trattenere la soddisfazione dando la stura ai caroselli di macchine. Salvo imprevisti dell’ultima ora è andata male per l’ex vice sindaco Antonio Cimmino, per Nadia Coppola, Vincenzo Dau e Giampiero Marcuccio; per contro è stato un successo per il semi omonimo Raffaele Marcuccio. La prima dichiarazione a caldo del neo sindaco, quando il risultato è stato sicuro, è stata in realtà un ringraziamento agli elettori, che hanno creduto in lui e nel nuovo che avanza, pur supportato dall’esperienza di ex amministratori pronti a riprendere il lavoro nell’interesse della collettività . Di questo ha voluto farsi garante il dottore Di Sorbo: nessun preferenzialismo per la frazione, ma rispetto dei diritti di ogni singolo cittadino, soprattutto delle fasce più deboli. Nei prossimi giorni potremo sapere la data stabilita per il ringraziamento ufficiale agli elettori ed in tale sede il dottore ci ha già anticipato che traccerà le prime linee guida del nuovo governo cittadino. Per gli amanti dei numeri intanto riportiamo i voti conseguiti in totale da ciascun candidato: Lista 1 - Uniti per futuro (fra parentesi i voti ottenuti nella frazione): Nicola Campagnano 102 (27), Stefano Campagnano 35 (29), Domenico Castaldo 35 (19, Osvaldo De Rosa 21 (0), Domenico Della Porta 21 (2), Pamela Lops 21 (20), Giovanni Mancini 38 (37), Gennaro Marcuccio 66 (15), Mauro Russo 19 (4), Mario Torone 24 (24), Federico Varrecchia 35 (29), Amedeo Zambella 29 (4), per totali 475 voti attribuiti al candidato sindaco Scipione De Leone. Lista 2 – Uniti per crescere: Giovanni Aldi 102 (12), Angelo De Filippo 45 (38), Argentino Pio Mancini 50 (39), Antonio Cimmino 42 (10), Nadia Coppola 41 (40), Vincenzo Dau 22 (0), inalo Del Santo 52 (2), Lino Della Morte 60 (11), Giampiero Marcuccio 34 (0), Fabio Scalzitti 67 (48), Pietro Sivo 69 (61) e Raffaele Marcuccio 84 (7), per totali 722 voti attribuiti al nuovo sindaco Giuseppe Di Sorbo, al quale vanno le più sentite felicitazioni della redazione, che ha sempre potuto sperimentarne la massima disponibilità nell’interesse di una corretta informazione. Auguri anche allo sconfitto, Scipione De Leone affinché dai banchi della minoranza possa rappresentare quello che è il sale della vera democrazia: un pungolo atto a indurre la maggioranza a dare sempre il meglio a beneficio dell’intera collettività che ha bisogno anche di una buona, corretta minoranza.