Caiazzo, anziano ritrovato morto, esequie di capodanno?
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Dovrebbero essere le prime esequie caiatine del 2010 quelle dell’anziano ritrovato purtroppo cadavere, sul ciglio del vallone Zompariello, alla periferia di Caiazzo. É stata una nipote a notare un calzino impigliato tra i rami, sulla riva del torrente, e quindi allertare i soccorsi che hanno ritrovato il cadavere dell’ottantaduenne, sepolto dai detriti. Era scomparso il 16 dicembre scorso. É stato ritrovato cadavere, purtroppo ,Stefano Mone, l’anziano scomparso da casa lo scorso 16 dicembre, intorno alle 17.30. Il signor Mone deambulava a fatica e la sua improvvisa quanto inaspettata scomparsa aveva destato non pochi dubbi nei suoi familiari, soprattutto sulla dinamica dell’allontanamento, atteso che l’abitazione dell’82enne (compiuti il 29 ottobre scorso), dista quasi un chilometro dalla stazione ferroviaria di Caiazzo. Tanta l’angoscia del figlio Antonio, il quale aveva fatto lanciare anche un appello alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?†non senza celare un forte pessimismo sulla sorte del suo amato genitore. Ieri pomeriggio, intorno alle 14:30, come del resto avveniva da due settimane, familiari e vicini stavano ancora cercando il loro congiunto scomparso. Una sua parente, la signora Antonietta, notava un calzino spuntare dalla vegetazione che insiste sulla riva del vallone Zompariello, situato in via Caduti sul lavoro. La donna lanciava l’allarme ed interveniva un infermiere professionale in servizio all’Asl, Bartolomeo Clemente, residente proprio di fronte al punto del ritrovamento, che immediatamente allertava i Carabinieri e quindi il padre, Domenico, altrettanto stimato infermiere. Grazie all’intraprendenza di quest’ultimo, ancor prima che giungessero gli uomini della Benemeita, al comando del Maresciallo Asups Giuseppe Oliva, e gli stessi Vigili del Fuoco, opportunamente allertati dal Comandante Oliva, iniziavano degli scavi sommari, con degli attrezzi rimediati veniva sfoltita la vegetazione intorno al luogo del ritrovamento e quindi si aveva conferma che sotto una mole di detriti, trascinati nei giorni scorsi dalle piogge susseguitesi in città , era riverso il corpo del povero Stefano Mone. Intanto sul posto giungevano i Carabinieri e i Vigili del Fuoco, allertati per far si che il cadavere potesse essere recuperato, ma grazie alla forte opera di Bartolomeo e Domenico Clemente, nonché di altri vicini, al loro arrivo la salma era stata quasi liberata dai detriti. Colsiderata la situazione, ovviamente i Carabinieri interpellavano il Magistrato di turno, che disponeva il sequestro della salma e l’invio all’Istituto di Medicina Legale di Caserta, per la successiva autopsia, per cui le esequie dovrebbero essere le prime del uovo anno. Intanto qualcuno dei vicini si sarebbe fatto sfuggire che durante la notte successiva alla scomparsa molti cani abbiaiavano a squarciagola, evidentemente perché al loro fiuto non erano sfuggiti i lamenti del vecchio agonizzante, ovvero la presenza del suo corpo esanime, sicché, i attesa del referto medico - legale, è emersa una più ipotizzabile versione dei fatti: in assenza dei congiunti Stefano Mone si trascina fuori di casa, costeggiando il vallone Zompariello, scivola e viene trascinato dalla corrente per qualche centinaio di metri. Il suo corpo si impiglia in alcuni rami, quasi di fronte all’abiazione dei Clemente, dove resta per due settimane, mentre elicotteri e cani dei soccorritori continuavano le estenuanti ricerche.