Napoli. Sugli scudi fotoamatore caiatino.
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Napoli. Sugli scudi fotoamatore caiatino. Il 7 luglio alle 18 presso la Feltrinelli di piazza dei Martiri, in Napoli, sarà presentato il libro “Italia inedita di un secolo fa†a cura di Luca Sorbo e Luciano Scateni, edito da Intramoenia. Nell’occasione sarà anche inaugurata la mostra con le immagini più significative del libro, che saranno in esposizione fino al 31 agosto. Oltre agli autori, sarà presente Fabio Donato, fotografo e docente all’Accademia di Belle Arti. Il volume raccoglie inedite testimonianze fotografiche dell’Italia di fine Ottocento. Sono le lastre di Eugenio, coevo ed amico dello scultore Vincenzo Gemito ed egli stesso sensibile artista: i suoi reportage fotografici documentavano luoghi e scene sociali al fine di tramutarle in opere pittoriche. Il suo lavoro è giunto fino a noi come una straordinaria testimonianza fotografica di momenti della vita popolare dell’Ottocento in città come Napoli, Palermo, Venezia, ma anche borghi contadini della Campania, come Caiazzo e Cerreto Sannita. La Napoli di Buono non è una città in posa, non è la città che ha imparato a difendere la sua intimità con l’esuberanza, con la teatralità ; è una città vera, tranquilla, serena, che si mostra a chi sa amico, a chi sa che non la tradirà . Questa ricerca di modelli per i suoi quadri porta Buono ad indagare le potenzialità del linguaggio fotografico con una modernità che è sorprendente, se solo si pensa alla rigidità e ripetitività dello stile dei fotografi coevi. In quest’approccio all’immagine c’è la lezione estetica che cinquant’anni dopo svilupperà il grande fotografo Henry Cartier Bresson e si ritrovano anche le innovazioni stilistiche che solo negli anni ’60 introdurrà il fotografo William Klein con la costruzione delle immagini su centri di interesse, lasciando che il resto della composizione si auto-organizzasse spontaneamente. Allo sguardo di quest’uomo colto, cosmopolita, ad un tempo lucido e passionale dobbiamo essere “devoti†e concedere tutta la nostra attenzione, poiché mediata dalla sua sensibilità ci perviene oggi questa testimonianza, che parla al nostro presente di un tempo di cui siamo tutti figli.Â