Caiazzo. Alberi ai neonati, rifiutati dalle famiglie nonostante l’artistica targa e dimenticati al Comune?
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Sollecitato l’interessamento dell’associazione ambientalista Fare Verde, prima che le piante muoiano. Una lodevole iniziativa dell’amministrazione comunale e in particolare del sindaco Stefano Giaquinto e del giovane assessore Vito De Filio trasformata in atto di accusa per circa quaranta nuclei familiari e qualche preposto comunale che probabilmente non si è preoccupato di sollecitarne la definizione, condannando a morte altrettante piantine, abbandonate da oltre un mese a rinsecchire nell’angolo di un ufficio. È questo il vergognoso epilogo di una storia lodevole negli intenti, ma non apprezzata dai numerosi genitori che il diciannove marzo ignorarono senza alcuna spiegazione l’invito di ritirare un arbusto offerto dal Comune ad ogni neonato con l’auspicio che crescesse forte e rigoglioso insieme al frutto del loro amore. Per rendere davvero indimenticabile l’evento, che suggellava il rispetto della legge “Rutelli†(che dal 1992 impone ad ogni pubblica amministrazione la posa di una albero per ogni neonato, ma finora sistematicamente disattesa), i sensibili amministratori caiatini commissionarono a un artigiano locale, per ogni neonato del 2005, una targa in ceramica con su impresso il calco della città e la frase augurale sottoscritta da Giaquinto e De Filio, ma ciò nonostante i genitori non si sono preoccupati di ritirare gli omaggi del Comune neanche dopo il sollecito dell’assessore Vito De Filio. Non potendo impegnare diversamente gli arbusti in mancanza di un espresso diniego dei destinatari, che avrebbero potuto sempre reclamarli, ad evitare che rinsecchissero, l’attento assessore avrebbe voluto farli recapitare direttamente alle famiglie, purtroppo dimostratesi insensibili verso le tematiche ambientali, ma probabilmente la nobile iniziativa è incappata nei meandri della burocrazia in quanto, come fanno notare alcuni cittadini, dopo oltre un mese alcune piante sono ancora abbandonate in un ufficio comunale mentre le altre saranno state buttate perché morte. Ad evitare che anche le altre subiscano pari sorte, alcuni lettori invocano l’interessamento dell’associazione ambientalistica Fare Verde, invitando il responsabile Giovanni D’Andrea a sollecitare la consegna delle piante ai legittimi destinatari o la loro messa a dimora nel chiostro comunale, accanto all’ulivo che prospera rigoglioso dimostrando che il terreno è fertile e potrebbero riprendersi nonostante il disinteresse degli uomini.