Caiazzo. Scouts plaudono a Giaquinto.
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Scampata gaffe per lo stemma comunale. Se i complimenti dei bambini sono i più spontanei e sinceri, un valore particolare hanno quelli dei boy scouts, soprattutto se rivolti ai pubblici amministratori, in quanto essi girano di paese in paese e sono abituati a fare dei confronti. Proprio per questo è stata particolarmente apprezzata dal sindaco Stefano Giaquinto la visita di un gruppo di boy Scouts dell’Agesci provenienti da Santa Maria Capua Vetere, che lunedì mattina si sono recati presso il gabinetto del sindaco per salutare il primo cittadino. Ma anche per complimentarsi dello stato di pulizia in cui trovato la città del buon vivere, una vera mosca bianca nella cloaca di rifiuti che assilla quasi tutta la Regione. Merito senza dubbio del primo cittadina, ma anche del competente assessore Vito De Filio che anche durante la fiera della Maddalena ed il festival Jovinelli si è prodigato, insieme a degli eccezionali operatori ecologici, per tenere la città pulita. Un vero tour de force che ha ottenuto il migliore riconoscimento, consistente nell’apprezzamento dei ragazzi, sicuramente sincero quanto disinteressato. Non è tutto perché grazie all’amministrazione comunale si è evitata anche una clamorosa gaffe consistente nel significato della frase (rebus) “ta pro†impresso sullo stemma comunale e che sta a significare “coronata pro fideâ€. Ai ragazzi invece pare che in piazza qualcuno avesse spiegato diversamente, cioè che sta per “tangendo prodeuntâ€. Non per mera fantasia di qualche presunto dottore, ma perché così è scritto in un libro, per ironia della sorte, destinato agili studenti e firmato addirittura da due docenti delle scuole medie: Antonio Sgueglia ed Augusto Russo; il primo professore di educazione fisica (transeat), il secondo pare di materie letterarie, che avrà le sue buone fonti. Ma per fortuna i ragazzi hanno avuto in omaggio dal sindaco anche una copia dello statuto comunale, dove è riportata la verità , il che ha evitato una clamorosa gaffe. Non la prima in quanto, in occasione di una visita del prefetto a Caiazzo, un altro professore volle dire la sua e, tanto per cambiare, sbagliò, allora la traduzione dal latino, confondendo la fede con la fedeltà .   Â